Presentazione
![{data[@alias='title']}](/smartportal/ImageGen/?picture=/media/588/archi-di-trionfo-30x40.jpg&maxwidth=300&maxheight=300)
La pittura nel significato classico della parola è l' espressione della capacità rappresentativa dell' uomo che, colpito da immagini, da luci e da colori, prima ancora che da metafisici significati, spesso cerebralisticamente inventati, ripropone l' essenza di quel superiore concetto di bellezza e di bontà da cui nasce l' " Umanità" vera e perfetta nei suoi vari elementi.E' necessario per l' artista che abbia tendenza a rappresentare il vero, l' essenza cioè naturalistica delle cose, trovare la giusta via per un' espressività che risolva problemi di luce, di eleganza decorativa e di colore, senza che questo condizioni o paralizzi la vitalità del suo discorso.
Il fascino della puntigliosa, quasi fotografica restituzione delle immagini reali, sta nell' attesa allarmata ed a volte sconvolgente del possibile approdo alle soglie del vero che si sa o quanto meno si sospetta essere al di là di una normalità percettiva. Reinventare il dato reale senza tradire l' aspetto esteriore, carica ogni operazione di turbamento, di inquietudine, spesso di incertezze, talchè ancora una volta la componente emblematica, simbolica rifluisce come ricerca di un' insopprimibile " ubi consistam".
Le opere di Giovanna Raffaelli Caprilli hanno prevalentemente come soggetto panorami della Roma antica e contemporanea ed in minor numero immagini di personaggi storici o di attualità o di oggetti non ancora approdati ai fastigi dell' antiquariato.
Le visioni ambientali denunciano chiaramente che l' autrice è un architetto e che perciò valorizza quegli elementi architettonici che l' hanno colpita non solo per il realizzato ma anche per ciò che di progettuale esiste in panorami coinvolgenti. Va perciò sottolineato che quanto rappresentato di tetti, di pareti, di ambienti urbani, è protagonista vivo della scena nella integrazione descrittiva dell' artista che, ricca di un carattere sensibile, emotivo ed onesto non dimentica mai la sua reale esperienza umana e progettuale.
Anche quando la Raffaelli si impegna nel rappresentare la figura umana mantiene la sua rigorosa visione di linee e di colori e spesso realizza immagini suggestive e somiglianti anche senza una puntigliosa riproduzione formale. Questo significa che la pittrice è prima di tutto una osservatrice attenta e amorosa della natura e comunque, sempre di quanto la circonda, sa che è necessario saper disegnare per potersi esprimere con un linguaggio pittorico convincente. I suoi mezzi tecnici sono sicuri, i suoi interventi accurati e meditati, la sua tecnica a volte innovativa non le consente né leziosità, né compiacimenti verso forzati effetti chiaroscurali.
L' incisività timbrica serve a sottolineare variazioni di piani in una tridimensionalità mai minimamente condizionata dalla bidimensionalità del supporto. Proprio per questo i suoi quadri risultano pieni di vibrazioni, di tensioni e costituiscono ogni volta un racconto autonomo anche se , spesso, i soggetti si ripetono. I diversi accostamenti coloristici le consentono di dare ad architetture e paesaggi sensazioni di vitalità che coinvolgono come quando rappresenta figure ed oggetti.
Non è d' altra parte ignoto ormai più a nessuno che ogni elemento sia animato che inanimato della realtà quotidiana determina linee di forza che nel loro incontrarsi o nel loro divergere producono campi energetici variamente influenti sulla psiche dell' osservatore; riuscire a riproporre, a ritrasmettere una simile complessità di stati emozionali, spesso al limite della percettibilità, rappresenta il massimo traguardo non solo per ogni operatore d' arte, ma anche per ogni individuo che in qualche modo voglia comunicare con i suoi simili nel tentativo di voler realizzare un continuo arricchimento spirituale.
Fiorello Fortunato Ardizzon
Pacata in apparenza, con una estroversione che nasconde introspezioni nel profondo, Giovanna Raffaelli appartiene alla natura, superiore, degli artisti di oltre la superficie. Per tentare una forma valida per tale natura di Artista, appartiene non, alla immaginazione orizzontale, ma a quella verticale [...]. E aggiunta evidente e qualificante, una mente geometrica e simultaneamente musicale. Difatti le sue architetture dipinte, sotto forma di cavalli persino, hanno quasi le fondamenta per davvero stare in piedi. Cio' provoca uno scatto nella fantasia di chi guarda l'opera e vi si immerge per il viaggio interiore. Quel viaggio senza itinerario che ogni opera, se c'e' poesia dentro, promette e fa' attuare.
Prova di tale saldezza di impostazione, con resa nel sentimento, puo' essere data analizzando le preferenze nella sua figurativita'. La base e' una dualita' quasi segno-firma dell'Artista. Giovanna Raffaelli dipinge gli amati archi dei Fori romani. Li prende a modello come nati dall'immagine dell'uomo, a due gambe. Sono simbolo della dualita' unificata dell'arco. In una di queste tele, come anche in altre, dettate dagli archi di Roma, si nota [...] che l'epicentro dell'immagine e' il doppio basamento.
La Raffaelli capovolge l'usuale focalizzare il centro dell'immagine. E' un proprio di piu' come artista figurativa. L'immagine del cavallo e' spesso duplicata. C'e' certo, la poesia del colloquio, dell'Èros : cavallo e cavalla in gioco di amore [...].
L'architetto-pittore, o viceversa, dando primato alla vocazione del pittore, lo incrociamo ancora nel dedalo di cupole nel paesaggio romano. Pure qui' si da' spesso preferenza ad ampliare due cupole sulle altre, nel raggio visivo. Si dira' che quello e' il punto di veduta da cui l'Artista parte, dal vero. Ma la scelta della veduta fa parte della meditazione e della qualita' interiore del pittore. Cosi' nella Raffaelli.
Queste ed altre situazioni, tecniche ed emozionali, sono analizzabili in Giovanna Raffaelli, per chiarire : la notazione di dualismo in unita', risponde alla esigenza dell'Arte di essere polivalente nei significati, specie quando e' figurativa secondo le apparenze della realta'. Anche se questa e' poeticizzata, come nei cavalli[...]. Con un' Artista come la Raffaelli, le considerazioni diventano a catena. Resta, nella memoria visiva, un intrico al limite dell'astrazione reso con immagini prese dalla stretta realta', sempre con diffusione ed infusione di colori[...],in albe e meriggi [...] in cui i cavalli sono fuga vivente dai loro piedistalli di pietra. La pietra : torna il sigillo dell'architettura, arte madre.
Giuseppe Selvaggi